lunedì 9 novembre 2015

Il Club Italia Volley - Un esempio da seguire.

Ieri la squadra del Club Italia Femminile ha ottenuto il suo primo punto in Serie A1 del campionato nazionale italiano. La squadra azzurra sfiora la vittoria nel quarto set, ma viene rimontata e sconfitta definitivamnete nel quinto set. Nonostante la sconfitta, il 3a2 permette alle ragazze del Club di entrare nella storia aggiudicandosi il primo storico punto in A1.

Ma facciamo un passo indietro. Cos'è il Club Italia?


A primo impatto mi verrebbe da rispondere che è un'idea geniale e meravigliosa, un'occasione per giovani atleti e atlete di giocare in palcoscenici importanti e di crescere insieme all'interno di un ambiente sano ed ideale per la formazione tecnica, mentale e professionale di un giovane.

Il Club Italia femminile nasce nel 1998 da un idea di mister Julio Velasco. La proprietà della società è della Federazione Italiana Pallavolo ed ha come finalità la formazione di giovani atlete provenienti dai vivai delle squadre nazionali. Il Club acquisisce in prestito i diritti sportivi delle atlete, che partecipano ad una divisione scelta anno per anno dalla federazione, senza obblighi di classifica e con l'esclusione da retrocessioni e promozioni. La prima apparizione in un campionato professionista avviene nel 2002 nel campionato di Serie B2. Oggi il Club Italia femminile milita nella serie A1 con atlete di età compresa tra i 17 e i 21 anni.

Nel 2007 nasce anche il Club Italia maschile, che ad oggi può schierare due squadre che militano in Serie A2 ed in Serie B2 del campionato nazionale.

Evidentemente in questo sistema i giovani hanno grandi possibilità di mettersi in mostra, di potere giocare con regolarità e di crescere molto velocemente. Inoltre viene creato un gruppo giovane a livello nazionale con giovani che orbitano o che giocano già in pianta stabile nelle giovanili della nazionale; in definitiva un sistema che genera solo vantaggi.

Allora perché questo sistema non si può esportare anche in altri sport come il calcio?
Semplice, quando uno sport non è dominato dal Dio Denaro si possono creare soluzioni finalizzate al bene dell'atleta e dello sport in sé, quando i soldi sono tutto e fanno loro stessi girare lo sport e non viceversa certe soluzioni non si possono attuare. Chi lo fa fare a società come Juventus, Milan, Inter ecc. di prestare un loro giocatore GRATIS ad una società della federazione (magari dovendo pagare anche parte dello stipendio) quando possono prestarli onerosamente o addirittura venderli a prezzi "strani" generando plusvalenze farlocche utili per risanare il bilancio?
Come in tutte le cose, anche nello sport, quando comandano il portafoglio ed i singoli interessi le cose più semplici e banali per portare migliorie possono diventare le più complesse e infattibili.

Fonte: www.fip.it

SimuMoce




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