venerdì 18 dicembre 2015

La Coppa del Mondo di Sci torna in Italia

La Coppa del Mondo di Sci Alpino torna con appuntamenti tutti al maschile sulle piste italiane con ben sei appuntamenti imperdibili.

Le location saranno la Val Gardena il 18 e 19 dicembre, l’Alta Badia il 20 e 21 dicembre, Madonna di Campiglio il 22 dicembre e dopo le vacanze di Natale si riprende il 29 dicembre a Santa Caterina Valfurvia in quel di Sondrio.

Ma andiamo per ordine:

Val Gardena
Si è aperto sulle Dolomiti dell’Alto Adige il week end lungo di coppa del mondo e la prima gara ospitata è stata il Super Gigante (SG). I precedenti erano positivi per noi padroni di casa; lo scorso anno Dominik Paris concluse 2° ed ottennero anche dei buoni piazzamenti Innerhofer e Marsaglia rispettivamente 5° e 7°. Purtroppo quest’anno è andata decisamente peggio con la tripletta fantastica norvegese con il trio Svindal Jansrud Kilde e Paris primo degli italiani solo 8°.
L’attesa maggiore però è per la gara del Sabato, per la Discesa Libera (DH) sulla pista di Kristian Ghedina che ha vinto qua per ben quattro volte (‘96/’97 – ‘98/’99 – ‘99/’00 – ’01-’02). La pista è quella di Saslong, appuntamento attesissimo per i razzi della discesa libera che dovranno affrontare le famose gobbe del cammello e l’insidiosa curva del Ciaslat. Dopo Ghedina nessun italiano è riuscito a salire sul gradino più alto del podio in questa pista. Lo scorso anno Paris riuscì comunque a salire sul podio occupando la terza piazza.

Alta Badia
Dalla Val Gardena ci spostiamo di pochi chilometri, ma cambiamo disciplina passando allo Slalom Gigante.
La pista creata sul pendio Gran Risa è stata resa famosa dalle vittoria memorabili di Alberto Tomba. Una pista molto impegnativa per gli addetti al settore, con il ripido finale che richiede un sacrificio ed un dispendio di energie extra. L’ultimo successo di un italiano in questa pista risale al dicembre del 2011 con il grande Massimiliano Blardone (terzo successo per lui in Alta Badia).

Madonna di Campiglio
L’appuntamento con la coppa del mondo per questa località sciistica è ormai un evento che si ripete da anni. Il canalone Miramonti ha ospitato tutte le specialità di coppa del mondo e quest’anno ospiterà lo Slalom Speciale.  Giorgio Rocca vinse nel 2005 e fu l’ultimo italiano a farlo, anche se da quella volta lo slalom speciale fu ospitato solo più due volte in questa località.

Santa Caterina Valfurvia
In questa località gli atleti si cimenteranno nella Discesa Libera sulla pista che porta il nome di una nostra grande campionessa: Deborah Compagnoni. Questa pista fu teatro della coppa del mondo femminile già nel 2005 e solo scorso anno venne utilizzata per la discesa degli uomini. Ancora una volta troviamo sul gradino più basso del podio il nostro Dominik Paris, augurandoci che possa migliorare quest’anno.

Riassumendo:
18/12/2015 – Super Gigante Uomini – Val Gardena
19/12/2015 – Discesa Libera Uomini – Val Gardena
20/12/2015 – Slalom Gigante Uomini – Alta Badia
21/12/2015 – Slalom Gigante Uomini – Alta Badia
22/12/2015 – Slalom Speciale Uomini – Madonna di Campiglio

29/12/2015 – Discesa Libera Uomini – Santa Caterina Valfurvia

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giovedì 17 dicembre 2015

Eric Abidal - L'onore in una vittoria doppia

Il palcoscenico del momento di sport di oggi è la finale di Champions League del 28 maggio 2011 disputa nello Stadio di Wembley.
Si scontrano due icone del calcio mondiale, Barcelona e Manchester United. La finale finirà con la grande vittoria dei catalani per 3-1, ma a noi interessa poco, perché la storia che affronteremo è quella di un gregario "sottovalutato" in quella squadra di stelle, di un ragazzo di colore che ha da poco vinto la sua sfida più importante tornando a correre su quel prato verde.

Eric Abidal nato a Lione l'11 settembre 1979 è un terzino sinistro adattabile a difensore centrale che ha raggiunto l'apice della sua carriera con il trasferimento al Barcelona nel 2007 e soprattutto con la vittoria del triplete nel 2009.

Purtroppo nel marzo 2011 gli viene diagnosticato un tumore al fegato che gli viene asportato immediatamente due giorni dopo. Per Abidal si parla di carriera finita e di situazione molto difficile. Invece non è così. Due mesi dopo l'intervento Eric Abidal è di nuovo in campo, a solcare di nuovo quell'amato prato verde e a prendersi la standing ovation del Camp Nou in occasione della semifinale di Champions League.

Il 28 maggio gioca titolare la finale di Champions League a Londra tra l'incredulità generale ed il Barcelona, come già detto sopra, vincerà la Coppa.

Il momento di sport avviene alla fine della partita ed è davvero bellissimo. Il capitano del Barcelona Carles Puyol che era subentrato nei minuti di recupero a Pedro Rodriguez cede la fascia di capitano e l'onore di alzare la coppa al cielo ad Eric Abidal, il ragazzo che ha sconfitto il cancro ed è tornato vincendo una Champions League dopo solo 2 mesi.

La coppa viene alzata sotto il cielo di Londra tra la commozione della gente. Abidal festeggia insieme a tutti i suoi compagni le sue due vittorie. E' lui il protagonista di Wembley, la vittoria è la sua.

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martedì 15 dicembre 2015

La rovesciata - Carlo Parola

La rovesciata, il gesto tecnico calcistico che va oltre l’immaginabile, che porta l’attore del gesto in un mondo a sé, che se trasformata in gol ti fa sentire un super eroe con i poteri di un Dio.

Ma chi fu il genio a compiere per primo questo clamoroso gesto tecnico? Le origini della rovesciata si perdono in Sud America, la patria del calcio. Molti “pagani” pensano e credono che l’inventore sia stato il brasiliano Leonidas da Silva, ma invece statisti e storici del calcio ritengono che il gesto nacque prima ancora che Leonidas potesse camminare. La paternità del gesto apparterrebbe a Ramon Unzaga un basco emigrato in Cile che sfoderò il famoso colpo nel 1914, proprio l’anno in cui nacque Leonidas, ed è proprio per questo motivo che la rovesciata può essere anche chiamata “chilena”. Oltre ai cileni ci sono i peruviani che rivendicano l’origine del gesto che loro chiamano “chalaca”, ma purtroppo non esistono fonti certe e sicure che determinino il primo autore della rovesciata. Ogni paese può ritenersi possessore del brevetto di questo gesto tecnico, che si chiami chilena, chalaca o più semplicemente rovesciata.

Per noi italiani è tutto più semplice perché se si dice “rovesciata” la prima cosa che viene in mente è la bustina o l’album delle figurine Panini. Ebbene quel signore disegnato sulla carta ha un nome, si chiama Carlo Parola, professione difensore, grandissimo campione della Juventus e della Nazionale.
Era il 15 gennaio 1950 quando nei minuti finali di un Fiorentina - Juventus Parola spiccava il volo e colpiva la palla in rovesciata per anticipare l’avversario viola Pandolfini. Quel gesto così nuovo e così spettacolare fece rimanere di stucco tutti gli spettatori e diede vita al logo più famoso delle figurine in Italia.


Dopo di lui molti calciatori fecero della rovesciata un loro marchio di fabbrica, ma almeno per l’Italia, non abbiamo dubbi, la rovesciata ha un unico papà che si chiama Carlo Parola.

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domenica 13 dicembre 2015

"Il braccio destro di Dio" è ORO! Europei Cross Hyeres 2015

Yemaneberhan (braccio destro di Dio) Crippa bissa in Francia il titolo di campione europeo junior di cross già conquistato lo scorso anno in Bulgaria.

Una bella storia quella di questo ragazzo classe '96 di origine Etiope. La sua infanzia è segnata dalla guerra civile che lo strappa dalla sua famiglia originaria e lo destina ad un orfanotrofio di Addis Abeba. La fortuna lo abbraccia intorno ai 7 anni di età quando una famiglia milanese lo adotta insieme ai suoi fratelli, portandolo in Italia e facendolo diventare l'atleta, ma soprattutto il ragazzo che è adesso.

Dopo un inizio di "carriera" calcistica vira sull'atletica dove primeggia in tutte le categorie, dalla corsa in montagna a quella campestre, promettendo un gran bene. Ora il ragazzo ha 19 anni e le promesse le sta mantenendo, siamo sicuri che sentiremo parlare ancora di lui nelle categorie Under 23 prima e Seniores più avanti.

Una storia davvero bella e commovente. La storia di un ragazzo strappato da una delle tante guerre dimenticate dai media al quale è stata data una seconda possibilità. Ogni tanto bisognerebbe prendersi un attimo per riflettere e pensare che in Africa (e non solo) ci sono tanti Yeman che dovrebbero essere aiutati, ma che vengono dimenticati o per meglio dire ignorati da chi potrebbe rendere la loro vita migliore.

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Clamoroso a Hochfilzen! Prima vittoria in staffetta per le ragazze del biathlon!

L'Italia rosa del biathlon stamane ha compiuto una storica impresa ottenendo la prima vittoria di sempre nella staffetta di biathlon! Un risultato incredibile che ha dell'eccezionale visto il livello molto alto delle altre nazioni sicuramente più quotate della nostra.
I nomi che rimarranno nella storia sono questi: Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Federica Sanfilippo e Dorothea Wierer.


La gara si è svolta a ritmo regolare, con l'Italia che ha tenuto molto bene il passo delle prime restando sempre in lotta, con distacchi accettabili e mai eccessivi. Tutto questo fino all'ultima frazione quando a partire c'era Dorothea Wierer. Nel gergo calcistico si direbbe "Palla in cassaforte", qui potremmo dire Sci in cassaforte, lanciamo la Wierer che sicuramente non sbaglia e qualcosa combina. Va proprio così infatti; la nostra nazionale si fa forza, si capisce presto che sarà una sfida Italia - Germania per la vittoria. Il testa a testa con l'atleta tedesca Franzisca Preuß dura fino ad un centimetro dal traguardo che viene tagliato per prima dalla nostra grandissima atleta.

Una gara di squadra non può essere vinta unicamente grazie alla prestazione di un singolo, ma il periodo di forma di Dorothea Wierer è stato determinante in questa gara. Possiamo dire che ha dato la mazzata finale e concretizzato il grande sforzo e lavoro che hanno fatto le sue bravissime compagne.

Chissà che questa campionessa non possa regalarci qualcosa di veramente inaspettato...

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giovedì 10 dicembre 2015

La caduta di Armstrong - Tour de France 2003

Forse vi sembrerà strano trovare Lance Armstrong nel primo articolo dedicato alla rubrica Momenti di Sport. Giustamente vi chiederete come mai un personaggio simile che ha ammesso di avere assunto sostanze non regolamentari dopandosi si trova qui. Io come amante dello sport non accetterò mai il doping, ma non sono neanche così ingenuo da pensare che un corridore del genere vincesse solo perché dopato e neanche così ingenuo da pensare che purtroppo, probabilmente, anche i suoi avversari lo fossero.

Questa piccola premessa per introdurre un grande gesto di sport che ha visto come attori il tedesco Jan Ullrich e lo statunitense Lance Armstrong.
Il palcoscenico è il tour del centenario, giunto alla sua 90esima edizione (10 edizioni furono saltate a causa delle due guerre mondiali). E’ il 21 Luglio 2003 e si corre la tappa n°15 con partenza da Bagnères-de-Bigorre a Luz-Ardiden (159,5 km), ultima tappa pirenaica e tappa in cui Ullrich aveva pianificato di provare ad affondare il colpo su Armstrong consolidando il successo ottenuto sul rivale la tappa prima a cronometro.
Ci troviamo sul Tourmalet con un gruppetto di ciclisti davvero interessanti, infatti quei 7 saranno tutti tra i primi 8 a fine tour. C’è Ulrich che non è ancora riuscito a seminare il suo rivale Armstrong accompagnato dal nostro allora giovane Ivan Basso, dagli spagnoli Mayo e Zubelda, dal francese Moreau e dall’americano Hamilton. Nella foga del tifo e della salita Armstrong viene colpito inavvertitamente con un sacchetto da un giovane spettatore e finisce rovinosamente a terra. In quell’attimo Jan Ullrich ha la possibilità di partire e mettere una seria ipoteca sul tour de France. Deve decidere: aspettare il rivale di sempre o cercare la gloria personale a scapito della sportività. Nel frattempo in testa al gruppo si è portato Hamilton che pare rallentare la salita e trasformarsi nel famoso grillo parlante di Pinocchio che ricorda al tedesco con il suo gesto quale sia la cosa più giusta da fare… E’ il momento di scegliere, o adesso o mai più.
Il Kaiser Jan non parte, non sale in piedi sui pedali, non scappa, aspetta il rivale di sempre, vincere così non sarebbe onorevole per nessuno.
Neanche il tempo di rialzarsi in piedi e scrollarsi l’asfalto da addosso che Lance è già in bici e soprattutto è già a ridosso del gruppo di testa. In un batter d’occhio Ullrich viene raggiunto. Una volta agguantato lui Armstrong aspetterà la salita di Luz-Ardiden prima di salutare e andare a vincere la tappa in solitaria da grande campione.
Lance Armstrong vincerà quel tour e per lui sarà la quinta volta di fila, prima che le sanzioni glieli togliessero giustamente.


A volte esistono delle regole non scritte che vanno ben oltre il codice dello sport; sono regole morali che solo la propria coscienza e il proprio percorso di vita possono dare, le regole del rispetto che è dovuto all’avversario, le regole del tuo onore di sportivo. Una vittoria per essere grande deve essere vera e deve avvenire contro un grande avversario che possa giocarsela con te ad armi pari.


martedì 8 dicembre 2015

La schiacciata dalla lunetta - Michael Jordan

La schiacciata (Slam Dunk in ingese) è un gesto tecnico caratteristico del gioco del basket o pallacanestro. Consiste fondamentalmente nell’eseguire una conclusione a canestro portando con una o entrambe le braccia la palla sopra l’altezza del ferro per poi insaccarla dentro, schiacciandola appunto, verso il basso.

Esiste dal lontano 1984 una, anzi, “La” gara di schiacciate chiamata Slam Dunk Contest che si svolge nel week end americano dedicato agli All Star Game della NBA. In questo contest ne abbiamo viste di ogni genere, schiacciate meravigliose effettuate da atleti che sembrano volare invece che saltare. Ma la schiacciata di maggiore impatto, quella che è rimasta nella storia, quella che è diventata un logo usato dalla Nike, quella più mostruosa atleticamente l’ha messa su His Airness, Mr Michael Jordan.

Parliamo ovviamente della “Schiacciata dalla lunetta” un gesto atletico incredibile che Jordan sfoderò già nella gara di schiacciate del 1987, ma che divenne celebre nel suo re-make allo Slam Dunk Contest del 6 febbraio 1988. Una rincorsa da fondo campo per arrivare in corsa sulla lunetta del tiro libero e prendere il volo. Si volare, perché è di questo che stiamo parlando. Un balzo di oltre 2 metri di lunghezza per arrivare a superare i 3,05 metri di altezza con la testa e schiacciare dentro al canestro la palla a gambe divaricate (come il simbolino delle Air Jordan).
Ovviamente quell’anno, come nell’87 la gara fu sua. Quella schiacciata aumentò ancora di più la fama dell'astro nascente dell'NBA, il mito di Jordan cominciò a crescere sempre di più fino ad essere riconosciuto dai fan e soprattutto dagli addetti al settore il miglior giocatore che abbia mai giocato in un campo da basket al mondo.


Noi amanti del gesto tecnico ricordiamo oggi quella grande schiacciata, ma Jordan è il gesto tecnico. E’ impossibile non amare ogni suo singolo movimento o gesto con la palla in mano su un campo da pallacanestro. Non si diventa la reincarnazione di uno sport facilmente, ma per me, sebbene abbia un grosso debole per Kobe (secondo solo a His Airness per me), Michael Jordan è il basket e il basket è Michael Jordan.

Se non mi credete godetevi questo video!


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Questo calcio senza valori non mi appartiene più - Sebastien Frey si ritira

Questa è una delle tante frasi che hanno accompagnato l’intervista a Sebastien Frey rilasciata al Corriere dello Sport in seguito alla decisione di dire “STOP!” alla sua lunga avventura nel mondo del calcio. Parole molto dure e schiette che mettono in luce la brutta piega che questo sport sta prendendo. In alcuni passaggi Frey dice:

Negli ultimi tre-quattro anni mi sono accorto che questo mondo mi appartiene sempre di meno. Quando ho cominciato a giocare a calcio c’era rispetto. La parola di una persona aveva lo stesso valore di una firma, ora non contano più neanche le firme. I ragazzini, dagli undici anni in poi, hanno in testa le cose sbagliate. Pensano  di essere Messi o Cristiano Ronaldo. Vogliono la macchina grossa, le scarpe con il nome sopra, non pensano al calcio. Ma io non so cosa darei per tornare all’età in cui pensi soltanto a portare il pallone e ad andare a giocare con gli amici”.

Pensi soltanto a portare il pallone e ad andare a giocare con gli amici…cosa c’è di più bello per un bambino di 11 anni che possa superare la partita tra amici delle domenica pomeriggio o del sabato all’oratorio. Cosa si stanno perdendo questi ragazzi? Dove li porterà la voglia di essere dei fenomeni? Chi spiegherà loro che non si torna bambini e che quello che è passato non ritorna? Purtroppo nessuno. Perché la voglia di arrivare in alto spesso non è solo loro, ma dell’ambiente che li circonda. Da alcuni genitori che vogliono vedere realizzato nel figlio un loro desiderio di gloria, da uno staff che dimentica che lo sport sia divertimento in primis e poi ricerca della vittoria, soprattutto a quell’età. Forse dovremmo insegnare loro che divertirsi con un amico vale più di una scarpa col proprio nome, che la macchina sportiva non deve essere l’obiettivo dei suoi sforzi né tanto meno la fama ed il blasone. Il miglioramento attraverso l’allenamento deve essere fatto per un piacere personale, per potere essere sempre più bravo, per poter ricercare la gioia e il divertimento nel fatto di essere migliorato e di avere ottenuto una piccola vittoria su te stesso che ti aiuterà a vincere le sfide di squadra del domani.

Le parole dell’ex-portiere fanno più rumore della sua decisione di smettere con il calcio e sono una forte condanna e soprattutto, a mio modo di vedere, uno scossone, una spronata e un momento di riflessione per i giovani che si approcciano alle grosse realtà calcistiche. Frey continua dicendo che ha deciso di smettere per non avvelenare il ricordo del calcio, che è stato la sua vita e inoltre dice che non poteva più andare in campo solo per prendersi lo stipendio.


Ricordate cari ragazzi che lo sport è divertimento, il calcio è un gioco di squadra dove ogni singolo elemento è fondamentale, ma allo stesso tempo non Insostituibile. Se avrete la fortuna di praticare lo sport per professione ricordate che in realtà voi non state lavorando, perché quando penserete allo sport come lavoro allora quello non sarà più il vostro sport.

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lunedì 7 dicembre 2015

Europeo nuoto vasca corta Netanya 2015 - La nostra avventura

Ieri sera sono terminati gli Europei di nuoto 2015 in vasca corta a Netanya, Israele.
Tante aspettative erano riposte nei due atleti di punta della nostra nazionale, ovvero Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, e tante erano le speranze per gli altri atleti pronti a dare il loro grande contributo. Tanto ci aspettavamo, ma forse non così tanto.

L’Italia chiude la rassegna europea con 17 medaglie, 7 ori, 5 argenti e 5 bronzi. Seconda assoluta nel medagliere dietro sono all’Ungheria dei due mostri Katinka Hosszu e Laszlo Cseh (assolutamente MVP dell'europeo) che ottiene la bellezza di 11 medaglie d’oro e prima per la classifica a punti che tiene conto delle medaglie conquistate, come detto prima 17.

I due mattatori dei 1500 stile libero. L'oro Gregorio Paltrinieri e l'argento Gabriele Detti [Foto Gazzetta.it]

Ecco il nostro medagliere:

7 Medaglie d’oro
Stafetta 4x50 misti mista - Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli, Simone Sabbioni, Fabio Scozzoli
Satffetta 4x50 misti uomini - Simone Sabbioni, Fabio Scozzoli, Matteo Rivolta, Marco Orsi
Staffetta 4x50 stile libero donne - Federica Pellegrini, Aglaia Pezzato, Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli
4x50 stile libero mista - Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli, Federico Bocchia, Marco Orsi
1500 stile lbero uomini – Gregorio Paltrinieri WR
200 stile libero donne – Federica Pellegrini
100 stile libero uomini – Marco Orsi

5 Medaglie d’argento
4x50 stile libero uomini - Federico Bocchia, Marco Orsi, Giuseppe Guttuso, Filippo Magnini
100 farfalla uomini – Matteo Rivolta
1500 stile libero uomini – Gabriele Detti
50 stile libero uomini – Marco Orsi
50 dorso uomini – Simone Sabbioni

5 Medaglie di bronzo
4x50 misti donne - Elena Gemo, Martina Carraro, Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli
200 dorso uomini – Simone Sabbioni
400 stile libero uomini – Gabriele Detti
50 farfalla donne – Silvia Di Pietro
200 farfalla donne – Alessia Polieri

Individualmente la nostra atleta più medagliata è Silvia Di Pietro con 3 medaglie d’oro in staffetta e 2 di bronzo (1 individuale e 1 staffetta).

Credo che si possa andare fieri di questi ragazzi che hanno messo grinta e tenacia disputando un Europeo davvero importante e di alto livello. Non siamo riusciti ad eguagliare il record di Eindhoven di 18 medaglie, ma in vista delle Olimpiadi di Rio di questa estate i segnali sono davvero incoraggianti.

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venerdì 4 dicembre 2015

Coppa del Mondo Sci Uomini - Svindal domina, ma Fill è tanta roba.

Si è conclusa nella serata italiana di ieri la due giorni di Coppa del Mondo di Sci maschile a Lake Louise in Canada. In programma era segnate le due prove di specialità più veloci ovvero la discesa libera e il super gigante.

Aksel Lund Svindal, il vichingo norvegese, ha fatto la voce grossa ed ha conquistato la vittoria in entrambe le prove di specialità, anche se Sabato, nella discesa libera, qualcuno ha ben pensato di fargli tremare un po' le gambe. 


Stiamo parlando di Peter Fill, il nostro ragazzo di 33 anni che è arrivato secondo di soli 0,01'' che scritto in lettere è un centesimo di secondo, un niente. L'aria canadese probabilmente ispira il nostro italiano, perchè la sua unica vittoria in coppa del mondo è arrivata proprio qui, a Lake Louise nel lontano 29 novembre 2008, 7 anni fa. Non contento della sua magnifica prova del Sabato, Fill ci ha voluto stupire con un fantastico 3° posto nel Super G della domenica, due podi in due giorni sono un bottino che di certo non ci aspettavamo.


Casa Italia
Come già detto sopra l'Italia è stata rappresentata splendidamente in discesa libera da Peter Fill con il suo secondo posto in discesa libera e il terzo posto in super gigante. Sicuramente ci si aspettava di più da Dominik Paris che ha concluso lontano dal podio in tute e due le specialità, 7° in discesa e 6° in Super G.
Christof Innerhofer non lascia segni evidenti tra le montagne canadesi concludendo 12° nella discesa di sabato e lontanissimo nel Super G di domenica, addirittura 23°.
Matteo Marsaglia conclude il SG in 22° posizione, invece è 15°il giovane Mattia Casse (valsusino come me) che eguaglia la sua migliore prestazione in coppa del mondo.

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Coppa del Mondo Sci Donne - Meravigliosa Shiffrin, Brignone OK!

Nel fine settimana di Aspen le ragazze dello sci si sono cimentate in 3 prove di specialità di Coppa del Mondo.
Il venerdì era in programma la prova di Slalom Gigante, mentre il sabato e la domenica era previste due prove di Slalom Speciale.

Partiamo dal sabato perché non si può non parlare e non ammirare quello che ha fatto la ventenne statunitense Mikaela Shiffrin nelle giornate di sabato e domenica. Partiamo da un dato: 3,07", questo è il nuovo record del mondo di distacco dalla prima alla seconda posizione, che ha ottenuto sulla mal capitata Zuzulova Velez nella gara di Sabato. Una prova strabiliante che ha ripetuto la domenica, anche se il distacco questa volta è stato inferiore, ma pur sempre da far saltare sulla sedia, 2,65".
Era noto che in slalom speciale non ci fossero grosse speranze italiane, Chiara Costazza e Irene Curtoni si piazzano rispettivamente al 16° e al 18° posto nella gara di sabato, mentre Manuela Moelgg chiude 23° la gara di domenica reduce dall'ottima prestazione in SL del venerdì.

Le speranze italiane sono riposte nello Slalom Gigante e sono rappresentate principalmente da Federica Brignone che nella giornata di venerdì ottiene un buon podio dietro la svizzera vincitrice Lara Gut e alla seconda Eva-Maria Brem. Ottimo quarto posto per quanto riguarda la classifica di specialità a squadre e personale per Manuela Moelgg ancora alla caccia del primo successo in coppa del mondo. Più distaccate abbiamo un bel trio fornato da Nadia Fanchini, Elena Curtoni e Marta Bassino che occupano la classifica dal numero 12 al 14 rispettivamente. Come ultima italiana al 16° posto Sofia Goggia.

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I migliori gesti tecnici e momenti di sport su SimuMoce BlogSport

Il blog continua a crescere ed è quindi con grande piacere che inauguro oggi due nuove rubriche che ci terranno compagnia con appuntamenti settimanali.

Il martedì sera ci dedicheremo ad uno gesto tecnico che ha segnato la storia dello sport, una prodezza o un modo di affrontare la disciplina assolutamente unico nel suo genere.
Devo ringraziare il mio amico Stefano che mi ha fatto nascere questa idea quest'oggi parlando al telefono del blog e della nostra malattia per lo sport. Questa rubrica è dedicata a te!

Accanto a questa rubrica ci sarà quella dedicata ai momenti di sport che hanno segnato la nostra vita e che hanno reso onore allo sport stesso. Sportività, rispetto e fair play sono i valori cardine che cercherò di trasmettere grazie a questa nuova rubrica. Uscita ogni giovedì sera.

Se avete richieste o gesti tecnici che volete segnalare scrivetemeli via Facebook sulla pagina dedicata al blog: SimuMoce Blog Sport! #gestotecnico #momentidisport


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giovedì 3 dicembre 2015

Splendida Dorothea Wierer nel Biathlon in Svezia

Oestersund (Svezia) è il palcoscenico della prima prova 15 km individuale di Coppa del Mondo di Biathlon Femminile. 


In questa location la nostra Dorothea Wierer ci regala una prova magistrale. La bellissima e talentuosa ragazza venticinquenne di Brunico ottiene una vittoria limpida guadagnata con un passo di gara sempre constante e con una prestazione eccezionale al poligono. La sua prova è da cecchino, zero errori e tempi brevissimi di ricarica che le hanno permesso di guadagnare secondi importanti sulle altre avversarie.

La vittoria mancava all'Italia in questa disciplina dal lontano 2000, la bellezza di 16 anni, il che rende il sapore di questa vittoria ancora più dolce.

Sfortunatamente le altre azzurre non ottengono risultati altrettanto entusiasmanti, ma sono comunque da segnalare la 28° piazza per Federica Sanfilippo con 3 errori e le altre due italiane  Karin Oberhofer e Nicole Gontier fuori dalle prime 50 a causa dei troppi errori dal poligono.

Si ricomincia sabato 5 dicembre con le altre prove anche a livello maschile, sperando in altre prestazioni di alto livello come questa. 


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martedì 1 dicembre 2015

Ma quale disabilità!? L'Italia vola ai Mondiali di atletica leggera IAADS

All'insaputa di tutti a fine Novembre in Sud Africa si sono disputati i mondiali di atletica leggera riservati ad atleti con sindrome di Down. Un 'occasione di vero sport, inteso come aggregazione, passione, crescita e aiuto per la vita.

I nostri amici "disabili" hanno dimostrato di essere molto abili nelle loro discipline, portando a casa un bottino dorato in tutti i sensi. Sono 18 le medaglie d'oro, accompagnate dalle 7 d'argento e dalle 2 di bronzo, roba che se dovesse mai succedere ai mondiali dei normo dotati non oso immaginare giornali e televisioni...


La ragazza copertina è sicuramente Nicole Orlando vincitrice di 4 medaglie d'oro e una d'argento. Nella prima giornata di gara abbatte il record mondiale di triathlon e bissa l'oro nei 100 metri. Nella seconda si ripete nel salto in lungo e guida alla vittoria la staffetta 4x100 con l'altra grande protagonista di questi mondiali Sara Spano (oro nei 200m e nei 400m). Se vi doveste sposare con Silvia Preti non fatela mai arrabbiare, perché è una lanciatrice eccezionale ed i piatti potrebbero essere un arma devastante. Sono suoi gli ori nel lancio del peso, del giavellotto e del disco, wow!
Anche i ragazzi non hanno fatto mancare il loro aiuto in fatto di medaglie, ma questo mondiale parla decisamente al femminile.

Questi ragazzi sono un esempio per tutti noi. Sono uno stimolo, una forza che ci fa guardare oltre. La loro vita è diversa dalla nostra, ma loro la vivono nel modo più normale del mondo; siamo noi che creiamo le diversità e i pregiudizi.

Loro hanno vinto 18 medaglie d'oro e noi abbiamo il coraggio di chiamarli disabili.

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venerdì 20 novembre 2015

Europei Curling Esbjerg 2015

Foto oasport.it
Alzi la mano chi non si era innamorato di questo sport dopo le Olimpiadi invernali di Torino 2006.
Uno sport così semplice, ma allo stesso tempo strategico e difficile. Ricordo ancora i commenti di 9 anni fa, quando tutti noi eravamo incuriositi da questo sport, che molti dalle mie parti chiamavano "bocce sul ghiaccio". Ebbene ragazzi da oggi cominciano gli Europei di questa disciplina, sia a livello maschile sia a livello femminile. 

Ma come arrivano i nostri azzurri a questa competizione continentale?
La squadra maschile arriva da un ottimo 4° posto agli Europei dello scorso anno in Svizzera. L'obiettivo sarà quello di dare fastidio alle big del nord Europa ed ottenere un pass per il mondiale che si disputerà in Svizzera in Aprile. Per ottenere ciò l'Itala dovrà arrivare tra i primi sette posti.
Diverse le aspettative per la squadra femminile che milita in seconda divisione e che ha come obiettivo quello di risalire nella divisione che conta.

Potremo seguire la competizione sui canali di Eurosport e sul canale ufficiale dei campionati europei in streaming.

SimuMoce

giovedì 19 novembre 2015

Federico Mussino NCAA - Tu vuo fa l'americano

Foto Gazzetta.it
Federico Mussino è un giocatore di basket classe '96, ruolo Playmaker, cresciuto cestisticamente nelle fila di Reggio Emilia.

Sicuramente è un predestinato visto che esordisce in serie A appena diciassettenne e in due anni si ritaglia un ruolo importante come riserva del play titolare di Reggio, un certo Cinciarini.
Il 29 giugno di questo anno però la sua vita sportiva svolta. L'America e la NCAA (National College Athletic Association) lo aspettano, "Musso" non rinnova con Reggio Emilia e sceglie la St. John's Red Storm per disputare il campionato universitario di basket americano, nonché il miglior trampolino di lancio per la NBA.

Pochi giorni fa l'esordio ufficiale e l'incoronazione ad MVP della partita. Non poteva iniziare meglio la sua avventura nella squadra di coach Chris Mullin (ex superstar NBA e del Dream Team '92). Sono 18 i punti per lui, compresa la tripla spacca gambe del +6 a 1 minuto circa dalla fine. Ma non finisce qui, perchè anche nella seconda gara stagionale Federico ne infila altri 18 con una buonissima prestazione.

Se il buongiorno si vede dal mattino abbiamo un campioncino fresco fresco, che gioca nell'ambiente più adatto per poter crescere e maturare. Il suo idolo è Steph Curry, ma è cresciuto studiando e ammirando Pozzecco. Dal suo metro e 82 speriamo che possa regalarci momenti di sport memorabili. In fondo il proverbio dice che nella botte piccola c'è il vino buono.

SimuMoce

lunedì 16 novembre 2015

Grand Prix di Ginnastica - Verona 2015

Domenica 22 novembre 2015 si disputerà a Verona il Grand Prix di Ginnastica 2015.
Un'occasione davvero unica per vedere in azione i nostri giovani talenti, ragazze e ragazzi, in un contesto amichevole e non di gara. Una giuria apposita premierà la squadra che più ha convinto artisticamente senza vincoli di punteggio.
L'evento verrà trasmesso su RaiSport a partire dalle ore 17.00 e questa sarà l'occasione di vedere in azione le "leonesse" fresche campionesse del mondo di specialità a Stoccarda per la ginnastica ritmica. Vanessa Ferrari e Carlotta Ferlito invece sono i nomi con più appeal nazionale per quanto riguarda la ginnastica artistica.

Questa è l'occasione per fare il punto sulle qualificazione per il grande evento a cui gli atleti si stanno preparando, ovvero le Olimpiadi di Rio 2016.
Le Leonesse della ritmica sono qualificate grazie al 4° posto ai mondiali nell'all around (che sarà poi la gara olimpica), mentre a livello individuale si dovranno giocare ancora il pass nei prossimi Test Event Veronica Bertolini e Alessia Russo.
La ginnastica artistica femminile è qualificata grazie al 7°posto di squadra ai mondiali. Ricordiamo che ai mondiali le azzurre erano orfane di Vanessa Ferrari e nonostante ciò hanno ottenuto un pass molto molto importante e una profonda iniezione di autostima.
Invece i maschi dell'artistica al momento sono fuori. La loro unica speranza è riuscire ad ottenere il pass ai Test Event di Aprile, impresa tutt'altro che semplice.

Quindi, in attesa di prove scottanti, godiamoci questo evento di arte e sport nella bellissima città di Romeo e Giulietta.

Fonte: oasport.it

Simu Moce

domenica 15 novembre 2015

Goodbye Nicky Hayden - Kentucky Kid

Nel marasma di Valencia di domenica scorsa è passata in sordina una notizia molto importante, che solo adesso ho cominciato a realizzare.
Il prossimo anno, dopo ben 12 anni, non vedremo più Nicky Hayden in sella ad una MotoGP. La notizia, di per sé, non fa notizia per la nuova generazione che segue il motomondiale, ma per me è un colpo al cuore.

Nel 2003 approda dalle classi americane alla Honda HRC come compagno del campione del mondo Valentino Rossi. La sua moto ha il numero 69 e le aspettative del mondo delle corse su di lui sono molto alte. Le prime due stagioni sono deludenti, con solo qualche piazzamento a podio, ma nel 2005 ottiene la sua prima vittoria, me la ricordo come fosse ieri. 
La pista era quella di Laguna Seca e lui era l'unico pilota della MotoGP ad avere mai messo le ruote su quella pista. La vittoria fu schiacciante, quasi imbarazzante. Il famoso cavatappi per lui era una curva ad "s" qualunque. Mentre gli altri approcciavano la pista come dei pivellini lui se la stava già divorando. Lì nacque per noi italiani Nicky Hayden "il mostro della Laguna". 


Il 2006 è l'anno del titolo mondiale. Quando tutto sembrava perduto a causa di un incidente avvenuto con il suo compagno Pedrosa al penultimo gran premio, ecco quello che non ti aspetti. Nicky che era in vantaggio su Rossi in classifica viene superato a causa di quella caduta e si presenta in conferenza stampa con le lacrime; la sua occasione era andata perduta. Valencia però lo incoronerà vincitore. Succede l'incredibile perché Rossi cade finendo la gara nelle retrovie e Hayden trionfa quasi incredulo.
Gli anni successivi non si ripeterà, ma il suo modo di fare ed il suo comportamento sono sempre stati eccellenti ed era impossibile non avere una simpatia per questo magnifico pilota.


Dal 2009 passa in Ducati e non lascia segni tangibili. Conclude la carriera in MotoGP sulla Honda team satellite a Valencia l'8 Novembre 2015.

Voglio concludere con il pensiero che Valentino fece nel 2006 quando Hayden se la stava giocando con lui. Rossi disse che già così si portava via tutte le ragazze, ora che comincia pure a vincere loro la f**a nel paddock non l'avrebbero più vista!

Grazie Mostro della Laguna, ti seguiremo in SBK!

SimuMoce

sabato 14 novembre 2015

Coppa del Mondo Sci Alpino - Appuntamenti Novembre

La World Cup di Sci Alpino è cominciata a Ottobre sulle montagne austriache di Solden con grande soddisfazione per noi italiani
Lo Slalom Gigante Donne ha incoronato vincitrice Federica Brignone che ottiene così la sua prima vittoria assoluta nella competizione mondiale. Lo statunitense Ted Ligety conquista la gara di Slalom Gigante Maschile, ma anche qua segnaliamo con un ottimo quarto posto il nostro connazionale Roberto Nani (suo miglior piazzamento in Coppa del Mondo).
Il mese di Novembre vedrà come palcoscenico solamente le montagne del Nord America dopo il forfait della Finlandia (causa del troppo caldo) dove si sarebbero dovute disputare le prove maschili e femminili di Slalom speciale. La prova femminile verrà già recuperata negli USA con slittamento al 27 Novembre della prova di Slalom Gigante.  Ad Aspen (USA) e a Lake Louise (CAN) si svolgeranno quindi il 27,28 e 29 Novembre cinque prove di World cup, in paricolare:

ASPEN- 27/11/2015 - Slalom Gigante Donne

ASPEN - 28/11/2015 - Slalom Speciale Donne
LAKE LOUISE - 28/11/2015 - Discesa Libera Uomini

ASPEN - 29/11/2015 - Slalom Speciale Donne
LAKE LOUISE - 29/11/2015 - Super Gigante Uomini



Le nostre speranze dal lato maschile sono riposte in Dominik Paris (foto) che proverà a regalarci una grande Coppa del Mondo. Anche Christof Innerhofer sembra carico e con la giusta voglia di fare, senza dimenticare i veterani Peter Fill e Werner Heel.


Federica Brignone (foto) e Nadia Fanchini sono le nostre punte di diamante per quanto riguarda lo Slalon Gigante, con il completamento di altre signore atlete del calibro di Manuela Moelgg, Francesca Marsaglia, Ieren ed Elena Curtoni. Per quanto riguarda lo Slalom Speciale purtroppo siamo in alto mare, Possibilità di buoni piazzamenti per Irene Curtoni e Chiara Costazza.

SimuMoce

venerdì 13 novembre 2015

Viva la RAZA! - 10 anni da quella mattina.

Sono trascorsi ormai 10 anni dalla morte di Eddie Guerrero, il grande wrestler WWE.

Ho ancora impresso nella memoria quel 13 Novembre 2005, quel triste risveglio. "Eddie Guerrero è stato trovato morto nella sua camere d'hotel" questa è la notizia del Tg5 delle 7.00 che mi strozza in gola la colazione. A scuola ero il più patito di wrestling e i miei compagni non mi fecero neanche entrare in classe che subito mi diedero la notizia, quasi come se mi stessero facendo delle condoglianze. Era uno dei miei preferiti Eddie, non poteva che essere così.


Nonostante il tempo sento che ancora la tristezza dentro di quel giorno; è una cosa strana da spiegare, persone che non hai mai conosciuto che però ti stavano dando qualcosa e che tu sentivi come tue "amiche".
L'immagine che ricordo pensando a lui è proprio quella che ho pubblicato. La fine di Wrestlemania XX, quando Chris Benoit (anche lui morto causa suicidio) conquista il titolo ed Eddie lo raggiunge sul palco abbracciandolo. I due campioni di Raw e SmackDown si stringono forte insieme regalando alla WWE uno dei Wrestlemania Moment indimenticabili. 

Qui pochi hanno dimenticato le tue gesta, i motti "Lie, cheat and steal" e "VIVA LA RAZA!!!" e il tuo modo di vivere la vita così, alla mexicana.

Ciao Eddie.

SimuMoce

giovedì 12 novembre 2015

Mick Schumacher - Futuro in Ferrari?

Associare il nome Schumacher alla marchio Ferrari suscita sempre curiosità e voglia di notizia. Figuriamoci se a fare parlare di questo è Mick, il figlio del grande Michael.
Shumi jr è stato martedì scorso a Maranello per una visita e per incontrare il Sig. Luca Baldisseri, ingegnere di pista di Schumacher ai tempi della Ferrari ed ora responsabile dell'accademia per giovani piloti Ferrari Driver Accademy.

Immaginate poi cosa può succedere se Baldisseri affianca Mick per un test di Formula 4 a Monza nella giornata di ieri...Non c'è bisogno di dirlo.
Futuro in Ferrari? Magari, ma non ora. Non riempiano un sedicenne di aspettative, non costringiamolo a dovere dimostrare qualcosa solo perché ha un cognome pesante. Il ragazzo ha 16 anni e viene da un decimo posto in Formula 4 tedesca con una vittoria e 2 piazzamenti a podio (non esattamente un campionato esaltante). Non facciamolo sentire un fenomeno o un privilegiato, perché ce ne sono tanti più forti di lui nella sua categoria. Non opprimiamolo con paragoni forzati, non obblighiamolo a diventare un fenomeno, facciamo in modo che possa sudarsi il succeso, facciamo in modo che possa essere Mick e non Michael JR.

In quei suoi occhi blu c'è lo sguardo di Schumi, i suoi gesti lo ricordano in maniera quasi surreale, vedere il nome del mito accostato alla Ferrari è incredibile, ma Mick merita di vivere tranquillo e di non essere un privilegiato. Merita un giorno di poter dire a suo papà di essere stato ingaggiato per il suo valore e non per il suo cognome. Merita che suo padre riesca ancora a dargli un buffetto e sussurrargli quello che tutti i figli vorrebbero sentirsi dire:" Sono fiero di te!". Questo merita Mick e lo merita anche Michael.


SimuMoce

lunedì 9 novembre 2015

Il Club Italia Volley - Un esempio da seguire.

Ieri la squadra del Club Italia Femminile ha ottenuto il suo primo punto in Serie A1 del campionato nazionale italiano. La squadra azzurra sfiora la vittoria nel quarto set, ma viene rimontata e sconfitta definitivamnete nel quinto set. Nonostante la sconfitta, il 3a2 permette alle ragazze del Club di entrare nella storia aggiudicandosi il primo storico punto in A1.

Ma facciamo un passo indietro. Cos'è il Club Italia?


A primo impatto mi verrebbe da rispondere che è un'idea geniale e meravigliosa, un'occasione per giovani atleti e atlete di giocare in palcoscenici importanti e di crescere insieme all'interno di un ambiente sano ed ideale per la formazione tecnica, mentale e professionale di un giovane.

Il Club Italia femminile nasce nel 1998 da un idea di mister Julio Velasco. La proprietà della società è della Federazione Italiana Pallavolo ed ha come finalità la formazione di giovani atlete provenienti dai vivai delle squadre nazionali. Il Club acquisisce in prestito i diritti sportivi delle atlete, che partecipano ad una divisione scelta anno per anno dalla federazione, senza obblighi di classifica e con l'esclusione da retrocessioni e promozioni. La prima apparizione in un campionato professionista avviene nel 2002 nel campionato di Serie B2. Oggi il Club Italia femminile milita nella serie A1 con atlete di età compresa tra i 17 e i 21 anni.

Nel 2007 nasce anche il Club Italia maschile, che ad oggi può schierare due squadre che militano in Serie A2 ed in Serie B2 del campionato nazionale.

Evidentemente in questo sistema i giovani hanno grandi possibilità di mettersi in mostra, di potere giocare con regolarità e di crescere molto velocemente. Inoltre viene creato un gruppo giovane a livello nazionale con giovani che orbitano o che giocano già in pianta stabile nelle giovanili della nazionale; in definitiva un sistema che genera solo vantaggi.

Allora perché questo sistema non si può esportare anche in altri sport come il calcio?
Semplice, quando uno sport non è dominato dal Dio Denaro si possono creare soluzioni finalizzate al bene dell'atleta e dello sport in sé, quando i soldi sono tutto e fanno loro stessi girare lo sport e non viceversa certe soluzioni non si possono attuare. Chi lo fa fare a società come Juventus, Milan, Inter ecc. di prestare un loro giocatore GRATIS ad una società della federazione (magari dovendo pagare anche parte dello stipendio) quando possono prestarli onerosamente o addirittura venderli a prezzi "strani" generando plusvalenze farlocche utili per risanare il bilancio?
Come in tutte le cose, anche nello sport, quando comandano il portafoglio ed i singoli interessi le cose più semplici e banali per portare migliorie possono diventare le più complesse e infattibili.

Fonte: www.fip.it

SimuMoce




domenica 8 novembre 2015

MOTO GP Valencia - Uno sconfitto, nessun vincitore.

Oggi pomeriggio abbiamo assistito all'ultimo atto del moto mondiale.
Nella classe MotoGp, come tutti sapete il titolo se lo giocavano Rossi e Lorenzo, con Valentino che, causa penalità, è costretto a partire in fondo al gruppo.
Quello a cui assistiamo è una pietosa commedia del premio oscar Marc Marquez che controlla Pedrosa (3°) e si guarda bene dal non superare il suo "caro amico" Jorge Lorenzo. Il finale lo conosciamo, nonostante Marc non avesse provato neanche un sorpasso in tutta la gara, quando Pedrosa prova ad insidiarlo, e di conseguenza insidiare Lorenzo, ecco che scatta su e si rimette davanti.
Finisce così: Lorenzo primo, Marquez secondo, Pedrosa terzo e Valentino quarto dopo una bella rimonta.

Lorenzo vince il suo quinto titolo mondiale in un atmosfera a dire poco surreale. Oltre a sentire pochi applausi si odono anche dei fischi (e siamo a Valencia). Valentino quarto viene accolto al rientro ai box da un fiume umano con tutti gli addetti ai lavori che manifestano la loro stima nei suoi confronti.

Ed è qui che arriviamo al titolo.
Lorenzo vince il titolo meritatamente, ma il tutto è rovinato da qualcuno che ha voluto prendersi le luci della ribalta, anche quando non era necessario. Lo stesso Lorenzo (stima profonda) ammette che forse Marc non lo ha attaccato per una sorta di amore per la nazione, perché preferiva che il titolo rimanesse in Spagna.
Rossi si vede rovinata una stagione quasi perfetta che difficilmente si ripeterà, sempre da quel simpatico personaggio alla ricerca della ribalta.
Allora viene spontaneo farsi due domande...ma se Marquez avesse avesse gareggiato veramente per sè in Australia, Malesia e Valencia sarebbe andata così? Avremmo assistito a questa MERDA? Io dico di NO. 


Nessun vincitore, uno sconfitto. Marc Marquez. Perché fare queste cose a tre gare dalla conclusione del mondiale? Posso capire all'ultima (come detto sopra da Lorenzo), ma tre NO. Perché farlo dopo che il Dottore ti aveva incoronato come suo successore (vedi foto dopo sorpasso al cavatappi di Laguna Seca), perché gettare tutto via così e per cosa alla fine?

Caro Marc per me l'hai fatta fuori dal vaso e l'hai fatta mentre tutto il mondo ti stava guardando. Volevi essere al centro dell'attenzione e decidere tu questo mondiale. Ce l'hai fatta Marc, ma non sei il vincitore, perché non ce ne sono. C'è solo uno sconfitto e sei tu Marc.


SimuMoce